Il fatto che questo articolo abbia un titolo semplice e chiaro non è sicuramente una cosa solita su questo blog. Come non lo è, infatti, nemmeno il voler sin da subito chiarire l’obiettivo di questo articolo: sbandierare ciò che rende un brand ”appetibile” rispetto ad un altro. In un post sulla pagina instagram di Viziata Beauty, prima di fondare il suddetto marchio, scrivevo di quello che mi ha spinto, in principio, a creare delle formule che potessi definire ”mie”, quantomeno in parte. Cito un pezzo del mio post:
”Ricordo perfettamente le notti passate a cercare le formule giuste, le combinazioni perfette, quelle che mi dessero per qualsiasi trattamento la massima durata e il massimo reso estetico. Sapete cosa vi dico? Acquistare tutti i prodotti da una sola azienda è semplice. Tanto, le combinazioni le studia l’azienda. Io non mi sono mai affidata agli altri, né fidata degli altri. Ho sempre voluto toccare con mano, sperimentare. È solo così che si trovano le formule vincenti. Dal canto mio, ho sempre cercato di migliorare e di darvi il meglio. Questo, è uno dei motivi per cui mai mi vedrete corteggiare aziende o persone. I miei sacrifici sono miei e a me devono giovare. Tra di voi c’è chi mi ha scelta anni e anni fa (e continua a farlo), e chi invece si fida adesso, finalmente.”.
Inutile dire che sapevo quanto sarebbe stato complicato, eppure sono molte le cose che nel tempo possono scoraggiare e far pensare. Tra queste, sicuramente la poca lealtà radicata in questo settore e l’insana competizione che vige tra i brand. Va detto, però, che nella scelta e nell’acquisto dei materiali di lavoro esiste una superficialità davvero evidente da parte di molte operatrici. Tutti i marchi vengono senza dubbio fuori dallo studio forsennato ed infinito di formule e combinazioni, scegliere quale di queste sia migliore è di sicuro complicato. Ciò che invece non trovo complicato è comprendere, da operatrice, quali prodotti abbiano prezzi ingiustificati ed eccessivi. In commercio, ad oggi, ne esistono una quantità spropositata e ci sono due fasce che si distinguono in maniera più chiara. Da un lato i brand low cost, quelli le cui formule vengono lanciate sul mercato senza nemmeno troppa attenzione ma che sono così famosi e pubblicizzati che guai a parlarne male: tratti distintivi? Una linea di prodotti gigantesca dalla quale per qualità forse si salva qualche semipermanente. Dall’altro lato, invece, i brand ”Luxury”: quelli che si distinguono per i prezzi alti. ”Tutto qui?” direte. Si, tutto qui. Questa è l’unica cosa che io sono riuscita a trovare di ”Luxury” in certi prodotti ai tempi in cui utilizzavo qualunque marchio pur di crearne uno che fosse, appunto, giusto. Attenzione. Non sto definendo ”giusto” solo il mio marchio. Definisco giusti tutti i brand che non facciano gravare tutte le spese di packaging, pubblicità, marketing, completamente sui consumatori. Dunque, un marchio che ha prezzi ”nella media”, è inferiore? No, ragazze mie. E mi dispiace svelarvelo dopo che magari avete speso cifre esorbitanti per un costruttore che, perdonatemi, non ha assolutamente nulla da farsi invidiare da tanti altri. Chi di voi legge con attenzione avrà notato che “l’obiettivo” di questo articolo non era dire questo. Quello che rende un brand appetibile è tutto quello che lo stesso pretende che paghiate: foto e video sui social super invitanti nei quali vengono sprecati chili di prodotto che, se non lo sapete, siete voi stesse a pagare. Trarre in inganno con tutto questo è facile: non farsi ingannare lo è di più.
